Sanremo tutto l’anno: curiosità e precedenti su pubblico e conduttori

Proseguiamo con la rubrica “Sanremo tutto l’anno”, parlando di alcuni precedenti curiosi, che riguardano il pubblico in sala e i ruoli di direttore artistico e conduttore della rassegna canora.

L’attualità del Paese e quella del Festival, come da tradizione, si intrecciano in questi giorni, nel segno dell’incertezza. Bellacanzone ha già fatto puntuale cronaca dell’ipotesi di passo indietro di Amadeus dalla direzione artistica e conduzione del Festival 2021, rispetto all’eventualità sempre più probabile di una rassegna deprivata del pubblico in presenza. Questa rubrica presterà dunque attenzione ad alcuni precedenti curiosi, che riguardano il pubblico in sala e i ruoli di direttore artistico e conduttore della rassegna canora, almeno finché non avremo notizie certe sullo sviluppo della querelle. 

La clientela del Casinò

Il Teatro (dei sogni) Ariston, sebbene rappresenti per tutti il tempio del Festival di Sanremo, non è la sola casa della rassegna rivierasca e soprattutto non è la più antica. L’esordio del Festival risale infatti al 29 gennaio del 1951 e la composizione del pubblico in sala altro non era che la clientela serale d’occasione del Casinò di Sanremo. Poche persone, insomma, raccolte intorno ai tavolini per la cena.

Ovviamente il fatto che si trattasse di un’edizione trasmessa esclusivamente in radio rendeva la presenza del pubblico in sala un fattore di minor spettacolarizzazione rispetto a quella tipica dello show televisivo. E tante volte il destino sa essere così bislacco da presentare curiosità veramente singolari: infatti l’ultima edizione tenuta al Casinò di Sanremo, datata 19/21 gennaio 1976, coincide con l’episodio più singolare che si possa raccontare in merito alla conduzione dello show: infatti, sebbene l’edizione fosse preminentemente televisiva, la conduzione era in pieno stile radiofonico! 

Giancarlo Guardabassi, dj e conduttore radiofonico (ma anche cantante e paroliere di successo, particolarmente in America Latina!), affiancato da due assistenti per ogni serata (mai intervenute in voce), conduceva lo show da un banchetto ai piedi del palco, senza mai guardare in camera e annunciando le canzoni in stile radiofonico, all’americana. Così aveva voluto Vittorio Salvetti, direttore artistico dell’edizione che, quell’anno, salutava il Casinò, in predicato di imminenti ristrutturazioni, per uno spostamento “temporaneo” durato appena quarantacinque anni!

Dominatori e figli d’arte

Questa rubrica non aggiungerà molte parole all’annosa trattazione del dualismo tra i dominatori assoluti del palco sanremese: Mike Bongiorno ha dato il proprio cognome a un intero periodo della storia del Festival (il cosiddetto “Periodo Bongiorno” va infatti dal 1963 al 1967) e a Sanremo accoglie ancora, con una statua, gli avventori di ogni periodo dell’anno; Pippo Baudo, cinquantatre anni dopo la sua prima conduzione del Festival del ’68, sarebbe il profilo ideale per prendere in emergenza il timone del Festival 2021, nel caso clamoroso di effettiva rinuncia di Amadeus!

Alcune delle star del cast del 2021 già annunciate, come Elodie e Matilda De Angelis, potrebbero forse rappresentare il primo nucleo di una conduzione corale del Festival? L’ipotesi rimanderebbe al precedente, che molti certamente definirebbero poco fortunato, ma che è rimasto effettivamente nella memoria di tutti gli appassionati del Festival e non solo, dell’edizione del 1989: la conduzione affidata a Rosita Celentano, Paola Dominguin, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi, si ricorda spesso per improvvisazioni e lapsus, ma è tra le preferite di chi scrive. I quattro “figli d’arte”, tuttavia, all’inizio avrebbero dovuto accompagnare sul palco dell’Ariston Renato Pozzetto, prima che quest’ultimo decidesse di rinunciare alla conduzione del Festival.