“Voglio parlarti adesso”: testo e significato della canzone di Paolo Jannacci

"Voglio parlarti adesso" di Paolo Jannacci: testo e significato del brano che l'artista porterà in gara al Festival di Sanremo 2020 che andrà in scena dal 4 all'8 febbraio con la conduzione e direzione artistica di Amadeus.

Martedì 28 gennaio 2020 su Tv, Sorrisi e Canzoni sono stati pubblicati tutti i testi dei brani in gara al Festival di Sanremo 2020 (ecco il testo ufficiale di “Voglio parlarti adesso” di Paolo Jannacci). E non solo. Sul sito ufficiale del famoso settimanale sono state rese note anche le spiegazioni di ogni singola canzone.

È “Voglio parlarti adesso” il titolo della canzone che Paolo Jannacci porterà in gara al Festival di Sanremo 2020, arrivato alla settantesima edizione e che andrà in scena sul palco del Teatro Ariston con la conduzione e la direzione artistica di Amadeus dal 4 all’8 febbraio.

Sembra una favola classica il brano proposto da Paolo Jannacci Sanremo 2020. Nella sua canzone “Voglio parlarti adesso” un padre si rivolge a sua figlia ma non le parla direttamente: le confessioni, come in un film, arrivano tutte quando lei dorme.

Proprio nel momento in cui non è cosciente (almeno così sembra) ammette che sì, la proteggerà, ma che sarà anche fragile. Piangerà come fanno anche i giganti di fronte a un mondo in guerra, in una vita che divide le persone invece di unirle. Per ora la figlia sembra solo una bambina, ma Paolo decide di parlarle con la consapevolezza che un giorno si allontanerà.

«E quando il modo di aiutarti / Sarà non aiutarti più / Sorridi in faccia all’odio e manda giù». In fondo il ruolo di un papà è quello di accudire chi è fragile, dispensare consigli, ma anche lasciare andare chi è in grado di camminare con le proprie gambe, pur con la consapevolezza che il mondo là fuori può farci del male.

«Le corse senza fine, addormentarsi insieme / E quell’idea che tu resti un po’ mia / Non sarò mai pronto a dirti sì / Ma tuo padre sarà sempre qui». Il destino di ogni genitore è quello di dare la vita (in tutti i sensi) ai propri cuccioli e quando lasciano casa, rimanere in attesa che tornino nel momento del bisogno.

Il mestiere più complicato per un padre (ma anche per una madre) è proprio questo: essere l’oasi nella quale i figli possano rifugiarsi. È un ruolo doloroso, estenuante, ma necessario.

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